CAPITELLO

1971, CAPITELLO, poltrona in poliuretano espanso flessibile, con rivestimento in vernice elastica
lavabile. Design stilizzato capitello ionico classico.
Elaborazione studi di progetto, progetto esecutivo e particolari.
Committente privato: Du Pont.
Collaborazione (Studio65).
Partecipazione Concorso Du Pont, 1971 Milano. Segnalato sulla rivista “in Argomenti e immagini
di design n. 5, maggio-giugno 1972, pagg. 100-101, Edizioni S.E.R.T. Milano”
Oggi prodotto da Gufram, Barolo (CN).

 

“La grande colonna sarà costruita, se non da noi, da altri, ma verrà costruita”.
Adolf Loos
“Il passato non ci appartiene. E’ forse la riserva di caccia di storici ed archeologi. Noi siamo
soltanto ‘architetti operanti’, e del passato ci interessa e conosciamo (si fa per dire) soltanto ciò
che, ancora presente, entra in rapporto con noi; pertanto se quest’oggetto domestico, dal capo
reclinato, grembo materno fatto poltrona, ha una lontana parentela con un capitello ionico, essa è
mediata da presenze assai più recenti.
E’ forse un capitello ionico abbandonato sull’Acropoli di Atene che accoglie il sedere del turista
stanco di mitragliare fotografie? (reperto archeologico).
E’ il Capitello tratto da un film di Ursus nella valle dei Ciclopi? (mera suggestione formale).
E’ il Capitello trovato sulla bancherella degli oggetti ricordo fatto a stampo in resina e pasta di
marmo? (moderno prodotto di serie per l’industria turistica).
E’ il Capitello stampato sul libro di storia dell’architettura? (pura immagine, valore culturale).
E’ il Capitello catalogato dal Vitruvio o scalpellinato dal Palladio? (puro codice/valore consolidato).
E’ il Capitello della Tuilleire a Parigi? (rappresentazione retorica).
E’ il Capitello che mi ricordo scolpito in legno sulla libreria neoclassica dello studio di un vecchio
avvocato? (decorazione come elemento di distinzione sociale).
…O forse è la sovrapposizione di tutte queste immagini sedimentate nella memoria, generanti un
nuovo oggetto, macroscopicizzato, privato di tutte le sue passate funzioni possibili, proiettato in un
contesto diverso, segno di pura coscienza critica?”
(Cfr.: AA.VV., Ennio Chiggio, a cura di, Studio 65, pagg. 80-81, Edizioni Electa, Milano, 1986).